Post-truth
Post-truth: parola dell'anno 2016 secondo l'Oxford Dictionaries.
L'aggettivo si riferisce o denota circostanze in cui i fatti obiettivi sono meno influenti nel formare l’opinione pubblica degli appelli emotivi e delle convinzioni personali.
Scriveva Pierre Levy in Le Tecnologie dell'intelligenza (1990)
La fine della storia?
Il tempo puntuale annuncerebbe non la fine dell’avventura umana, ma la sua
entrata in un ritmo nuovo che non sarebbe più quello della storia. Si tratta di
un ritorno al divenire senza traccia, imprecisabile, delle società senza scrittura?
Ma mentre il primo divenire proveniva da una fonte immemorabile, il secondo
sembra generarsi da se stesso nell’istante, avviluppandosi dalle simulazioni,
dai programmi e dal flusso inesauribile dei dati numerici. Il divenire dell’oralità
si pensava immobile, quello dell’informatica lascia intendere che va
velocissimo, anche se non si vuol sapere da dove viene né dove va. Esso è la
velocità medesima.
Declino della verità
Il sapere informatizzato non e’ rivolto alla conservazione di una società immobile, come nel caso dell’oralità primaria. E neppure finalizzato alla verità, come nei generi canonico dell’ermeneutica nati dalla scrittura. Esso cerca la velocità e la pertinenza dell’esecuzione, e più ancora la rapidità e l’adeguatezza del cambiamento operativo.
Sotto il regime dell’oralità primaria, quando non si disponeva quasi di alcuna tecnica di registrazione esterna, il collettivo umano faceva affidamento solo sulla propria memoria.
La società storica fondata sulla scrittura si caratterizzava per una semi-oggettivazione del ricordo, e la conoscenza poteva esser parzialmente disgiunta dall’identità delle persone, quel che ha reso possibile la ricerca di verità sottintesa alla scienza moderna.
Il sapere informatizzato si allontana tanto dalla memoria o anche la memoria, informatizzandosi, è oggettivata ad un punto tale che la verità può cessare di essere una questione fondamentale, a profitto dell’operatività e della velocità.
Il sapere informatizzato non e’ rivolto alla conservazione di una società immobile, come nel caso dell’oralità primaria. E neppure finalizzato alla verità, come nei generi canonico dell’ermeneutica nati dalla scrittura. Esso cerca la velocità e la pertinenza dell’esecuzione, e più ancora la rapidità e l’adeguatezza del cambiamento operativo.
Sotto il regime dell’oralità primaria, quando non si disponeva quasi di alcuna tecnica di registrazione esterna, il collettivo umano faceva affidamento solo sulla propria memoria.
La società storica fondata sulla scrittura si caratterizzava per una semi-oggettivazione del ricordo, e la conoscenza poteva esser parzialmente disgiunta dall’identità delle persone, quel che ha reso possibile la ricerca di verità sottintesa alla scienza moderna.
Il sapere informatizzato si allontana tanto dalla memoria o anche la memoria, informatizzandosi, è oggettivata ad un punto tale che la verità può cessare di essere una questione fondamentale, a profitto dell’operatività e della velocità.
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