Mela Ubiqua
Mela Ubiqua.
Trittico del moderno, post moderno, contemporaneo
Trittico del moderno, post moderno, contemporaneo
Il Giardino delle delizie. Trittico di Hieronumus Bosch |
Moderno: misurazione, catalogazione, rappresentazione, analisi,
sequenzialità. Il “tutto indistinto e simultaneo” si frammenta e si mette in
fila, per poter essere capito. Così, poco per volta, analisi dopo analisi, la
materia diventa riducibile a
informazione.
Post moderno: dematerializzazione, virtualità, cloud.
Abbiamo rappresentato tutto, fino all’ultimo dettaglio, non è più necessario
disegnare mappe, possiamo muoverci direttamente dentro alla simulazione di
realtà. Il tempo non è più ordine necessario a capire, ci liberiamo dalla
sequenza, strumento fedele e alfabetico, pre quantico. Capire resta un gioco
antico, un’enigmistica estiva, una nostalgia vintage. Faust ha fatto sua l’onniscienza,
che è quasi onnipotenza, ma quasi.
Contemporaneo: Entanglement, Ubiquità, Simultaneità. Senza
il tempo, la scansione lineare e sequenziale, l’ordine delle cose, possiamo
tornare a essere ovunque contemporaneamente, non dentro una rappresentazione,
nemmeno virtuale, basta fare a meno della logica, dell’ordine, strumenti di
sapere saputo, e il distinto torna a essere il tutto che era, adesso però
conosciuto, appartenuto, attraversato.
C’è da provare una vertigine dentro al corpo nel sentirsi tutto, non più solo parte. Ogni cosa appare aumentata e accelerata. Invece era prima che avevamo diminuito e frammentato, per capire. Secondo me lo sappiamo fare. Se non ci lasciamo prendere dalla paura di questo cambiamento, possiamo accorgerci che le capacità di essere ubiqui ce l’avevamo già, molto molto tempo fa, quando Eva come Faust le ha barattate per capire.
C’è da provare una vertigine dentro al corpo nel sentirsi tutto, non più solo parte. Ogni cosa appare aumentata e accelerata. Invece era prima che avevamo diminuito e frammentato, per capire. Secondo me lo sappiamo fare. Se non ci lasciamo prendere dalla paura di questo cambiamento, possiamo accorgerci che le capacità di essere ubiqui ce l’avevamo già, molto molto tempo fa, quando Eva come Faust le ha barattate per capire.
Adesso c’è una mela
che sappiamo riproducibile ennemila volte in ennemila mondi diversi possibili
paralleli e simultanei. E non abbiamo bisogno di coglierla per saperlo. E
sappiamo di essere anche noi esattamente come quella mela, dentro e fuori ogni
paradiso terrestre reale immaginabile riproducibile simultaneo mobile desiderato.
Rifiutarlo non sarebbe un peccato?
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