Multitasking
L’articolo del Corriere, titola Tutti i modi con cui il multitasking ci rovina (davvero) il cervello, riportando uno studio del neuroscienziato Daniel J. Levitin.
In sintesi dice:
- il multitasking ci rendere meno efficienti
- per passare da un compito a un altro molto rapidamente paghiamo un alto costo cognitivo, poiché il cervello brucia combustibile più rapidamente, per questo nel fare multitasking ci sentiamo esausti
- questo ha come conseguenza ansia e stress.
Proviamo a chiederci: efficienti per cosa? potrebbe l'efficienza essere misurata su obiettivi che oggi sono cambiati?
Diceva McLuhan
Il mondo è profondamente cambiato in questi ultimi decenni: siamo diventati tanti, tantissimi, come mai prima
il sapere s’è moltiplicato come mai avremmo potuto pensare solo un secolo fa
non si erano mai verificati così tanti e differenti cambiamenti come nel mondo contemporaneo
Per questo c’è bisogno di un nuovo linguaggio, di un nuovo paradigma della conoscenza, di un nuovo modo di apprendere, selezionare, catalogare, memorizzare, usare…
Perché tutto è diventato molto più grande, complesso e interconnesso rispetto a prima.
Per cui o impariamo a “ragionare” e apprendere in un modo nuovo, o non riusciremo a “comprendere” il nuovo mondo.
Pierce chiama abduttivo questo nuovo approccio, che segue quello deduttivo prima e induttivo poi.
Possiamo chiamarlo ipermediale, multitasking, multimediale e interattivo, digitale, simulato e non rappresentativo, di sicuro non sequenziale e invece fortemente simultaneo.
Il fatto è che tutto questo cambiamento costa molto, obbliga il nostro cervello a riformularsi, a riadattarsi, così come 5000 anni fa si è riadattato inventando la scrittura.
Per fortuna la nostra evoluzione consiste principalmente in questa grande capacità di adattamento.
Siamo le generazioni che attraversano questa “spaccatura”, e paghiamo di certo un alto costo cognitivo, ansia e stress non indifferenti. Ma non è un vezzo, una moda: è necessario. Anzi, inevitabile.
Piuttosto che resistere, sarà decisamente più emozionante tuffarsi.
In sintesi dice:
- il multitasking ci rendere meno efficienti
- per passare da un compito a un altro molto rapidamente paghiamo un alto costo cognitivo, poiché il cervello brucia combustibile più rapidamente, per questo nel fare multitasking ci sentiamo esausti
- questo ha come conseguenza ansia e stress.
Proviamo a chiederci: efficienti per cosa? potrebbe l'efficienza essere misurata su obiettivi che oggi sono cambiati?
Diceva McLuhan
Il mondo è profondamente cambiato in questi ultimi decenni: siamo diventati tanti, tantissimi, come mai prima
il sapere s’è moltiplicato come mai avremmo potuto pensare solo un secolo fa
non si erano mai verificati così tanti e differenti cambiamenti come nel mondo contemporaneo
Per questo c’è bisogno di un nuovo linguaggio, di un nuovo paradigma della conoscenza, di un nuovo modo di apprendere, selezionare, catalogare, memorizzare, usare…
Perché tutto è diventato molto più grande, complesso e interconnesso rispetto a prima.
Per cui o impariamo a “ragionare” e apprendere in un modo nuovo, o non riusciremo a “comprendere” il nuovo mondo.
Pierce chiama abduttivo questo nuovo approccio, che segue quello deduttivo prima e induttivo poi.
Possiamo chiamarlo ipermediale, multitasking, multimediale e interattivo, digitale, simulato e non rappresentativo, di sicuro non sequenziale e invece fortemente simultaneo.
Il fatto è che tutto questo cambiamento costa molto, obbliga il nostro cervello a riformularsi, a riadattarsi, così come 5000 anni fa si è riadattato inventando la scrittura.
Per fortuna la nostra evoluzione consiste principalmente in questa grande capacità di adattamento.
Siamo le generazioni che attraversano questa “spaccatura”, e paghiamo di certo un alto costo cognitivo, ansia e stress non indifferenti. Ma non è un vezzo, una moda: è necessario. Anzi, inevitabile.
Piuttosto che resistere, sarà decisamente più emozionante tuffarsi.
Commenti
Posta un commento